domenica 11 marzo 2007

SICUREZZA E CONTROLLO DELL’AUTOMOBILE

“Rinnovare il patto educativo tra adulti e ragazzi, tra famiglia, scuola e società”. Questa la soluzione secondo Maurizio Salvi, presidente dell’Associazione genitori, del problema della perdita di valori da parte dei giovani, del loro disorientamento, che si manifesta nelle forme parossistiche nelle stragi del sabato sera.

E poi ci sono, prosegue Salvi, le gravi responsabilità della comunicazione: “è chiaro che i valori che trasmettono certi programmi mirati solo sul facile edonismo concorre alla perdita di ogni riferimento, del rispetto del limite, fondamentale per divenire adulti, maturi”

Il ministro Alessandro Bianchi di fronte alle stragi del sabato sera propone il superamento della patente a punti, per un ulteriore giro di vite, demonizzando la velocità.

Quale sarà la strada giusta per evitare le centinaia di morti sulle nostre strade?

Sia il ministri Bianchi che il presidente Salvi hanno ragione, da una parte l’intensificazione dei controlli e il penalizzare duramente chi sbaglia mentre dall’altra un giusto contributo sociale ed educativo da parte dei genitori e della società in generale…. ma, secondo voi, basterà tutto questo! Quanto tempo ci vuole per rieducare i nostri figli e la società? Quante altre vite si spegneranno ancora prima di realizzare tutto questo? Quanti agenti bisognerà mobilitare per tenere sotto controllo tutti gli incroci, le strade principali, le autostrade?

Anche sul blog di Beppe Grillo è apparso un articolo relativo alle stragi del sabato sera e alla conseguente costruzione di questi bolidi che riescono anche a raggiungere la velocità impressionante di 275 km/h mentre la velocità massima consentita sulle nostre strade raggiunge i 110-120 km/h…

http://www.beppegrillo.it/2007/02/istigazione_al_suicidio.html

però, purtroppo esiste sempre l’inconveniente che tale velocità potrebbe essere raggiunta anche in un centro abitato, magari all’ 01:00 del mattino……

come impedire tutto questo?

Secondo me manca un terzo tassello, fondamentale per impedire in buona percentuale numerosi incidenti sulle strade; una sinergia fra due grandi industrie: quella delle centraline elettroniche per automobili e quella dei navigatori satellitari.

LA CENTRALINA ELETTRONICA

Le centraline sono dei pezzi elettronici che controllano le condizioni di esercizio del motore e modificano il funzionamento delle parti interessate, esse sono al di sopra di tute le parti che danno vita al motore, dall'iniezione del carburante nei cilindri fino alla corretta fase della scintilla nella camera di scoppio, ai sistemi antislittamento in frenata ed ai sistemi di controllo della trazione. Le centraline di accensione ed iniezione di oggi le quali vengono montate sulle auto di serie, sono progettate per portare il motore alla regolazione ottimale al cambiare delle condizioni esterne sia atmosferiche che di carico sulla vettura. Una centralina per funzionare bene ha bisogno di precisi segnali che le vengono mandati da alcuni dispositivi detti sensori, i quali sono montati in punti ben precisi del motore, essi sono:
1)Sensore di temperatura e di volume dell' aria immessa nei cilindri.
2)Temperatura del motore.
3)Numero di giri.
4)Sensore di battito.
5)Sensore di posizione della valvola a farfalla.
6)Sensore di quantita' di ossigeno nei gas di scarico.


La rilevazione e la modifica di questi dati avviene in tempo reale durante il funzionamento del motore i segnali che la centralina manda alle parti di comando sono:
1)Tempo di apertura dell'iniettore del carburante.
2)Correzione della fase dell'accensione.
3)Regolazione del minimo.

Costo euro 500-1100

I vantaggi di questo sistema sono:
1)Risparmio di carburante.
2)Aumento di potenza in determinate condizioni.
3)Maggiore coppia quindi maggiore accelerazione.
4)Gas di scarico meno inquinanti.
5)Migliore avviamento a freddo.
6)Minimo che rimane costante in tutte le condizioni.

IL NAVIGATORE SATELLITARE

E' un sistema di navigazione per auto completo semplice e "intelligente", con software, mappe, ricevitore GPS e kit di montaggio per auto E' immediatamente utilizzabile. Basta estrarlo dalla confezione, accenderlo e partire. Facile da usare: il touchscreen LCD estremamente ampio da 4” offre un design elegante e una navigazione facile da usare, accessibile con un semplice tocco. Mappe di tutta l'Europa, degli USA e del Canada su disco rigido: navigazione dal punto di partenza al punto di arrivo attraverso l'Europa, gli USA e il Canada. Istruzioni vocali chiare, comprendenti i nomi delle vie e dei luoghi: parla 36 lingue diverse in più di 50 voci diverse e può persino annunciare i nomi delle strade e dei luoghi. Chiamate in vivavoce: si trasforma in un kit per auto vivavoce tramite la tecnologia Bluetooth, per poter effettuare e ricevere chiamate mentre guidate, semplicemente toccando lo schermo. Extra intelligenti: lettore Mp3 incorporato; 20 GB (12 GB liberi) di spazio su disco rigido, sufficienti per migliaia di canzoni e immagini.

Bollettini meteorologici in tempo reale: una panoramica in tempo reale del tempo atmosferico prima di partire, compresi 5 giorni di previsioni per il luogo di destinazione. Autovelox: riceverete avvisi quando vi avvicinate ad autovelox, fissi o mobili. (costo euro 770)

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L’idea è questa e si intuisce dalla sola descrizione sopra riportata dei due prodotti super tecnologici: un connubio fra centralina elettronica e navigatore satellitare… che cosa ne pensate? Forse varrebbe la pena spendere all’atto dell’acquisto della propria automobile anche 2000 euro in più, magari ammortizzati da un incentivo statale per la sicurezza, utile per salvare migliaia di vite?!

Se la centralina regola l’afflusso di carburante ed il navigatore mi offre la posizione precisa di un veicolo con un margine di errore di soli 5m allora è possibile sapere se un mezzo, in un preciso momento, percorre un’autostrada, un centro urbano oppure una strada extraurbana… è il navigatore stesso che trasmette la posizione del mezzo alla centralina (centro urbano, autostrada,…) che mediante impulso regola il suo limitatore di velocità (montato per legge su tutti i veicoli) alla massima consentita su quella strada 50-90-110 km/h , ma non solo, se ci fossero anche condizioni atmosferiche avverse in quel preciso tratto di strada (pioggia, neve, ghiaccio, nebbia), attraverso un segnale via satellite comunicato dalle centrali operative, si riuscirebbe a correggere il limite di velocità prefissato, per esempio dai 110km/h ai 40km/h in caso di nebbia!!!

Non servirebbero tanti posti di blocco sulle strade, costosi autovelox…. Magari si utilizzerebbero di più i mezzi pubblici, il trasporto delle merci su rotaia…. Città più pulite, vita meno stressante, più tranquilla…

Ma specialmente meno morti sulle strade!!!

martedì 27 febbraio 2007

FONDI PENSIONE - F.I.P. - P.I.P.

I Fondi Pensione, ed i prodotti di previdenza integrativa in generale, ad oggi non presentano alcuna forma significativa di garanzia sia nella fase di accumulo che in quella di rendita.

Nella Fase di Accumulo cioè durante la fase in cui il lavoratore versa CONTRIBUTI e TFR, prima del raggiungimento dell'età pensionabile, in forma che definiremo "blanda", sono previste delle gestioni con rendimento minimo garantito, e che comunque non offrono mai alcuna garanzia in termini reali. ATTENZIONE: 1) il tasso Tecnico, che è quel tasso minimo garantito riportato nelle Note informative, nel 99% dei casi, può essere modificato durante la fase di accumulo (come specificato nella medesima Nota); 2) avere una gestione con comparto garantito non significa che esista un tasso tecnico garantito cioè permane sempre la possibilità della perdita di capitale! 3) se esistesse un tasso tecnico garantito comunque andrebbe a decurtare il rendimento netto della gestione finanziaria..... un esempio: si supponga che il tasso tecnico sia del 1.5% e nel 2007 il rendimento netto della gestione finanziaria è pari al 5.8%... il guadagno netto del lavoratore sarà del 4.3%
Da tener presente che ultimamente l'ISVAP per timore che le assicurazioni risultassero insolventi ha abbassato il tasso tecnico massimo al 2%

Nella Fase della rendita non viene prevista la determinazione precisa dei coefficienti di rivalutazione da utilizzare, compaiono svariati riferimenti da parte delle compagnie e delle società di gestione dei Fondi. Anche se l'ipotesi di vita per un uomo risulta essere pari a 77 anni e per una donna pari a 82 anni, numerose società hanno tarato la rivalutazione della rendita ad una ipotesi di vita per gli uomini pari a 86 anni. Purtroppo anche per questi coefficienti sussiste la possibilità di variarli durante la vita del prodotto.

Per questo risulta fondamentale poter affidare ad una Autorità di competenza a "monte" come l'Isvap o la Covip, l'incarico di emanare coeffcienti di rivalutazione uguali per tutti e garanzie concrete di investimento! Credo fermamente che l'offerta di maggiori garanzie e tutele dovrebbe riguardare da vicino tutte le fasi interessate alla gestione della previdenza complementare, sia in quella di accumulazione in tutti i suoi aspetti (erogazione per cessazione del rapporto di lavoro, anticipazioni varie per i motivi consentiti, casi di pre-morienza, trasferimenti della posizione, etc.), che in quella di conversione, totale o parziale in rendita, e successiva erogazione.

La garanzia/certezza degli importi erogati in tutte le circostanze sopra riportate, ad esempio, potrebbe aumentare di non poco la "sostituibilita'" tra l'attuale Tfr (1.5%+75% dell'aumento Istat - non molto remunerato, ma abbastanza sicuro e certamente disponibile in circostanze di carenza di liquidità), ed il Tfr devoluto alla previdenza integrativa, favorendone il trasferimento. Ad oggi invece prevalgono decisamente le incertezze, e noi non ci sentiamo certo di condannare chi nutre dubbi nel doverle affrontare.



I principi basilari, da tener presente durante la scelta, dei fondi pensione e dei piani individuali pensionistici (i cosiddetti p.i.p. o f.i.p.) sono :


  1. quanta parte dei versamenti se ne va in costi e quanta parte viene effettivamente destinata all’investimento, che servirà a determinare il montante contributivo a scadenza;
  2. che attese di rivalutazione dei versamenti ci sono (e questo dipende dal tipo di investimento fatto e dai costi connessi, anche del 3%, a questi investimenti);
  3. i coefficienti di conversione in rendita previsti da questi piani (nella maggioranza dei casi vengono stipulati degli accordi con le compagnie assicurative che si riservano la facoltà di modificare tali coefficienti in base all’aspettativa di vita media) Ultimamente la normativa è cambiata, i Fondi Pensione non sono più vincolati nel trasferire ad una compagnia assicurativa la gestione della rendita.

Si fa poi spesso un gran parlare dei vantaggi fiscali di cui godono i versamenti nei fondi pensione. Il denaro versato su questi piani pensionistici non viene tassato (nella misura massima del 12% del proprio reddito con un tetto di 5.164€).

Inoltre, i rendimenti dei fondi pensione vengono tassati all’11% anziché al 12,5%, come avviene per i rendimenti degli investimenti finanziari.

A scadenza però, al momento dell’erogazione della rendita, quest’ultima verrà tassata (almeno per la quota-parte relativa ai versamenti dedotti, non per la parte relativa ai rendimenti) e quindi i vantaggi della deduzione fiscale vengono, in buona parte, compensati dalla tassazione successiva; più che di risparmio fiscale, sarebbe più corretto parlare di differimento d’imposta.

Vogliate prendere in esame alcuni suggerimenti:


La nota informativa
Innanzitutto, è obbligatorio farsi rilasciare regolamento e nota informativa per tutte le forme pensionistiche complementari a cui si è interessati. In particolar modo nella nota informativa è presente la «scheda sintetica» redatta al fine di facilitare il confronto tra i vari prodotti previdenziali. Si compone di cinque parti, di cui le più importanti le sezioni «D-E» che riportano in sintesi le principali caratteristiche e i dati di rendimento e costi.


Gli investimenti
Anche il numero e la tipologia di linee di investimento (in gergo comparti) offerte dal fondo pensione o Pip devono essere esaminate con attenzione. Anche in questo caso la «scheda sintetica» corre in aiuto del lavoratore, presentando una semplice sintesi dei comparti offerti e delle caratteristiche della gestione. Assolutamente da evitare gli antiquati fondi pensione (soprattutto di categoria) definiti a «monocomparto», cioè con un’unica linea di gestione in cui vengono investiti i contributi degli aderenti indipendentemente dall’età, dagli anni di vita lavorativa residua e dal personale profilo di rischio-rendimento. È facile comprendere come una sola linea di gestione, usualmente bilanciata con bassa componente investita in titoli azionari, mal si sposi sia con le esigenze di performance del neoassunto diciottenne con davanti più di quarant’anni di vita lavorativa, sia con quelle di conversazione e garanzia del montante del sessantenne prossimo alla pensione. Quindi meglio optare per fondi pensione o Pip «multicomparto», con più linee di investimento diversificate in base ai diversi profili di rischio-rendimento e orizzonte temporale dell’aderente. Si va dal comparto azionario puro per gli aderenti con più alta propensione al rischio o maggiore orizzonte temporale a quello con garanzia di capitale o rendimento per gli aderenti over 55, magari passando per il bilanciato e il monetario.


Comparto garantito
Basilare anche la presenza di un comparto garantito, che possa garantire la somma dei contributi netti versati nel comparto, contro fluttuazioni negative dei mercati. Meglio ancora se in abbinamento al capitale garantito è offerta anche una garanzia di rendimento minimo annuo (di norma 1-2% annuo) o come in alcuni casi, un rendimento minimo annuo pari al tasso di inflazione registrato nell’anno precedente. Importante anche qui, esaminare con attenzione i casi in cui è riconosciuto il diritto alla garanzia; di solito per pensionamento, decesso, invalidità permanente e in occupazione per più di 48 mesi.


Il life-cycle
Sarà opportuno valutare anche l’esitenza di meccanismi automatici che riducono al minimo la possibilità di scelte di investimento errate, che potrebbero compromettere negli anni prossimi al pensionamento il patrimonio accumulato. Quali, ad esempio, i sistemi di life-cycle, cioè l’automatica riallocazione annuale del montante costituito, in base all’età raggiunta dall’aderente, che diminuiscono progressivamente il grado di rischio dell’investimento in relazione agli anni residui al pensionamento.
Aderendo al percorso life-cycle, l’iscritto vedrà gradualmente passare il montante accumulato dal comparto ad alto contenuto azionario a quello bilanciato, poi obbligazionario fino a quello garantito con il progressivo avvicinarsi all’età del pensionamento. Inutile dire che un meccanismo del genere è fortemente consigliato, a discapito di coloro che opteranno per strategie fai-da-te.


L’indicatore dei costi
Reperibile nella «scheda sintetica» (sezione D.6), è in sintesi un semplice esempio che permette di percepire immediatamente l’incidenza percentuale totale dei costi del fondo pensione sulla posizione maturata. È stimato per legge facendo riferimento a un aderente-tipo che versa un contributo annuo di 2.500 euro e ipotizzando un tasso di rendimento annuo del 4%; ovviamente ha una valenza meramente orientativa, ma è comunque un utile strumento per rendersi conto immediatamente se i costi della forma pensionistica complementare sono equi o sbilanciati verso l’alto. Il consiglio è quello di confrontare questo elemento tra i diversi fondi pensione che vi interessano.


I rendimenti passati
Presenti in forma gabellare nella «scheda sintetica» (sezione D.3). Premesso che i rendimenti passati non sono assolutamente indicativi di quelli futuri, possono però essere un buon indicatore per testare la bontà del gestore. Ovviamente serviranno anche a far comprendere, ad esempio, a un venticinquenne, che una linea garantita difficilmente potrà performare molto più del minimo garantito. Occhio alla colonna finale denominata «rendimento medio annuo composto», dà l’indicazione del rendimento annuo effettivo fino ad oggi conseguito nel comparto del fondo pensione.


Le polizze accessorie
Anche la presenza di differenti polizze accessorie al fondo pensione è un elemento che può far propendere la scelta per una forma previdenziale o un’altra. Soprattutto in abbinamento a molti Pip è facile trovare polizze dread-desease (contro il rischio di insorgenza di una malattia particolarmente grave che richiede costosi interventi chirurgici), long term care (contro i problemi economici dovuti alla perdita di autosufficienza per senescenza) o caso morte (che prevedono un capitale caso morte aggiuntivo a quello previsto dal fondo pensione). A questo punto è logico chiedersi fino a che punto è conveniente distogliere parte della contribuzione annua dallo scopo di integrazione previdenziale, tipico del fondo pensione, verso polizze assicurative con finalità di protezione. La scelta è personale. Valutate sempre se il costo giustifica l’eventuale prestazione futura.


La gestione finanziaria

La normativa introdotta sulla previdenza dispone la completa separazione dal patrimonio della società (assicurazione o fondo) di tutte le entrate derivate dalla previdenza (contributi volontari, Tfr) proprio per offrire maggiori sicurezze all'investitore inoltre, come abbiamo già detto, esistono ulteriori controlli Statali da parte dell'Isvap e della Covip.


Gli indici di Borsa

Da un'analisi degli indici di borsa, anche nei periodi bui dove ha avuto crolli allucinanti, nel lungo periodo (7-10 anni) la borsa si è sempre risollevata. Dato che una gestione previdenziale avrà una durata minima di 20-30 anni, si può presumere che a lungo periodo comunque porterà ad un aumento del capitale versato.


Alcune considerazioni

Nessun analista possiede una sfera di cristallo per prevedere risultati positivi o negativi di gestione, si può analizzare ciò che fino ad oggi è accaduto per effettuare delle considerazioni sul mercato globale. Però quando si parla di Previdenza si tocca un argomento molto delicato, ma riflettiamo assieme su alcuni punti:

  1. qual'è la vostra età e quindi fra quanti anni andrete in pensione (considerate l'età pensionabile a 65 anni per tutti);
  2. per quanti anni e quanti contributi avete versato fino ad oggi;
  3. se siete sposati oppure avete figli o persone care assicuratevi che la rendita che vi aspetterà dai 65 anni (nel caso, malaugurata sorte, a 66 anni passerete già a miglior vita) possa essere o convertita in capitale oppure reversibile agli eredi;
  4. se avete cominciato a lavorare dopo il 1993, da parte dell'Inps avrete il 30% dell'ultimo stipendio, il Fondo o PIP dove confluisce il TFR vi assicurerà un 40% e per ultimo dovrete destinare altri CONTRIBUTI volontari (circa l' 8-9% della retribuzione annua lorda) o sempre al Fondo/PIP/FIP per il quale avete aderito oppure per un nuovo piano previdenziale;
  5. se avete cominciato a lavorare prima del 1993 (magari un 8 anni prima), potete sperare che l'INPS vi copra per un 45% ed il rimanente ve lo portiate a casa grazie al TFR accumulato che verserete ad un Fondo pensione o PIP;
  6. durante la fase di accumulo assicuratevi se esiste la possibilità, dopo un certo periodo, di consolidare il montante maturato utile per proteggervi da brusche oscillazioni di mercato.
Un'ultima personale considerazione sempre da valutare caso per caso, se ricadete nel punto 4 potrebbe risultare opportuno optare per una gestione finanziaria iniziale Azionaria per poi, avvicinandosi alla pensione, passare ad una forma bilanciata ed infine garantita (obbligazionaria/monetaria con Titoli di Stato) assicurandovi che questi passaggi (switch) non abbiano costi elevati; mentre se ricadete nel punto 5 potrebbe risultare opportuno optare, a seconda di quanti anni vi manchino per la pensione, immediatamente per una gestione obbligazionaria/garantita.

Saluti Robert